Quale normalità? Dopo l’isolamento il bisogno di socialità.

Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi.

Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima,

che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale.

Con quel che sta succedendo nel mondo

la nostra vita non può, non deve, essere normale.

Di questa normalità dovremmo avere vergogna.

(Tiziano Terzani)

 

La ricerca della normalità e di un nuovo equilibrio in seguito ad un periodo di isolamento e malessere può rivelarsi più impegnativa del previsto in termini di costo psicologico. Riappropriarsi dello spazio esterno, delle relazioni familiari, amicali e riprendere le interazioni nella modalità più nota può favorire una percezione diversa della situazione. E’ possibile che le persone corrano alcuni rischi in seguito ad un isolamento forzato e/o che agiscano in modo poco comprensibile, ma il vantaggio di recuperare gli spazi negati può apparire più forte della paura di essere contagiati. Può essere utile ricordarci periodicamente l’importanza della tutela e della salute di ogni individuo a favore di se stessi e degli altri. In sostanza la proposta per oggi è di non fare finta che il mondo sia lo stesso, ma tenere conto dei cambiamenti per poterlo vivere meglio e valorizzare ciò che è importante per te. La normalità assume diverse sfumature e significati, tuttavia una parte resta invariata: la normalità è una costruzione sociale e può essere utile gradualmente renderla flessibile ai cambiamenti del mondo, ai tuoi cambiamenti, ai cambiamenti della tua vita.

Un abbraccio.

Dott.ssa Joana Troplini

https://www.studiopsicologiapadova.it